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Pizza, cous cous e tavole rotonde: a Roma c’è il Mercato Mediterraneo

21/11/2017
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“Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre”. Con queste parole, nel libro Il Mediterraneo, lo storico Fernand Braudel cercava di sintetizzare la complessità di questo mare su cui affacciano tre continenti, tante culture e anche tanti sapori. Mondi diversi ma legati da alcuni tratti in comune e, un tempo, anche da una lingua franca condivisa – il sabir – parlata nei porti mediterranei fino all’Ottocento.

 

A far emergere questi elementi comuni ma anche le diversità che il Mediterraneo abbraccia e a metterli in contatto e a confronto ci proverà la prima edizione del Mercato Mediterraneo, il Salone espositivo internazionale dedicato alla filiera agroalimentare dei tre continenti che si affacciano sul mediterraneo: Europa, Asia, Africa. In programma dal 23 al 26 novembre, la manifestazione è stata voluta da Pietro Piccinetti, dal 2016 Amministratore Unico di Fiera Roma, che ha messo insieme un team di esperti del settore gastronomico e agroalimentare: da Francesca Rocchi, Vice Presidente di Slow Food Italia, che ha il ruolo di coordinatrice culturale dell’evento, ad Alfonso Pecoraro Scanio, in passato Ministro delle politiche agricole e forestali e oggi in prima linea nel sostenere la candidatura dell’Arte dei pizzajuoli napoletani a Patrimonio Unesco. È lui a presiedere il Comitato Scientifico di cui fanno parte tra gli altri l’antropologo Ernesto Di Renzo, il giornalista Maurizio Pescari e la docente universitaria Simonetta Pattuglia che coordina il Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media con un focus sulla Food Innovation, i cui allievi sono stati coinvolti in un contest per immaginare gli sviluppi del Mercato Mediterraneo lavorando su di un concept di “Fuori Salone” e su un piano di comunicazione per l’olio extravergine di oliva.

Mercato Mediterraneo 2

Obiettivo: favorire l’internazionalizzazione della Fiera e del settore agroalimentare del Lazio e d’Italia e portare anche a Roma – che, come ha ricordato Pecoraro Scanio, non solo è la più grande città agricola d’Europa ma pure l’unica a poter vantare di aver esteso il suo dominio, in passato, sull’intero specchio del Mare Nostrum – un grande evento dedicato al food, restituendole un ruolo centrale nel Mediterraneo.

Ce n’era davvero bisogno? Forse sì. A leggere il programma e ad ascoltare le parole degli
organizzatori non si tratterà della solita “spignattata televisiva”, come sintetizza efficacemente
Simonetta Pattuglia. Certo, ci saranno anche gli show cooking (pochi, 10 sparsi su tre giorni e
mezzo e dedicati alla scoperta di ingredienti e piatti delle diverse aree geografiche, dal bagnun
ligure al couscous marocchino) e le dimostrazioni – con assaggi – di cottura della pizza e gli show
di pizza acrobatica. Ma, più che alla spettacolarizzazione e alla pancia, con ben 86 appuntamenti in programma il Mercato Mediterraneo punta al confronto e alla cultura, dando spazio a tavole rotonde e lectio magistralis come quella sui Fenici, i primi navigatori del Mediterraneo, con lo storico Michael Sommer e alle startup agricole come la calabrese Mulinum, con cui il giovane Stefano Caccavari sta salvando l’ultimo mulino a pietra della Calabria attraverso il crowdfunding. E poi laboratori per grandi e bambini – tra cui le “esperienze sensoriali” a cura del Gruppo Educazione Slow Food Roma in collaborazione con Agrigiochiamo –, il gastro-trekking alla scoperta delle erbe selvatiche che crescono intorno alla Fiera di Roma con l’associazione amalfitana Metafarm e tanti appuntamenti dedicati all’olio extravergine, dagli incontri quotidiani con Maurizio Pescari su “Tutto quello che avreste voluto sapere sull’olio ma non avete mai osato chiedere” a quello con l’Olive Oil Tokyo Contest – con una rappresentanza del suo panel d’assaggio internazionale – per sapere come nel mondo si percepisce la qualità dell’olio italiano.

Mercato Mediterraneo 4

“Non c’era bisogno di un altro evento sul cibo in sé” spiega Francesca Rocchi. “Quindi ho cercato di cambiare la prospettiva partendo dal cibo per generare pensieri, non riproponendo quello che è già stato fatto ma raccogliendo quello che ancora mancava”. Da qui l’arduo compito non solo di individuare i contenuti giusti e le persone adatte a raccontarli, ma anche di tracciare dei percorsi di senso nel mare magnum della cultura gastronomica mediterranea, senza confini geografici ma più che altro di contenuti.

Mercato Mediterraneo 6

Cinque saranno le macro-aree dedicate ai prodotti simbolo del Mediterraneo – Civiltà del Grano, Civiltà del Mare ed Extravergine – ma pure al “Metterci la Faccia” (l’area convegnistica che ospiterà TED talks, tavole rotonde e workshop dedicati all’attualità, la politica, la cultura del Mediterraneo) e alle Contaminazioni, con storie e percorsi che si svilupperanno in cerchi concentrici, da Roma verso il resto del Mediterraneo, anticipando quello che succederà il prossimo anno: nel 2018, infatti, la manifestazione si terrà in Grecia, a Salonicco, e Roma si alternerà ogni due anni a un’altra città del Mediterraneo.

All’interno delle singole aree ci saranno dei percorsi tematici in cui si potrà essere accompagnati da esperti “Virgili del Gusto”: La Via del Sale nell’Area Civiltà del Mare, La Via del Cous Cous e la Pizza Patrimonio Unesco nell’Area Civiltà del Grano, la Dieta Mediterranea e l’Etnobotanica nell’Area Extravergine. Il tutto, senza vincoli e percorsi predefiniti. “Speriamo che i visitatori girino tra i vari stand e si fermino a odorare, assaggiare, parlare con i produttori, proprio come succede quando si visita un mercato o un suk arabo” conclude Francesca Rocchi.

 

martedì 21 novembre 2017