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Marco Piana con VaxMeApp vince la prima edizione dell'Hackaton #PerchèSì organizzato da Sanofi Italia.

Tra i dieci progetti di comunicazione realizzati nell'hackaton del 20 Giugno sul tema della vaccinazione, a spuntarla è stato il team VaxMeApp, composto dallo studente del master Marco Piana e da Giulia Bona e Francesco Tritto. Il racconto dell'esperienza da parte di Marco.

Il 20 Giugno si è tenuto presso il Co-workng “Talent Garden” di Milano Calabiana #PerchèSì, il primo Hackaton organizzato da Sanofi sulla comunicazione del tema della vaccinazione.


Un laboratorio di idee che ha visto impegnati studenti, designer, freelance ed esperti di comunicazione con l’obiettivo di immaginare nuove modalità per comunicare al meglio il valore della vaccinazione.


Tra i trenta selezionati, ben otto gli studenti del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, si sono sfidati nella creazione del piano di comunicazione migliore per il tema, suddivisi in dieci team con studenti provenienti da altre realtà.


Il team vincente è stato “VaxMeApp”, composto dallo studente del master Marco Piana e da Giulia Bona e Gianmarco Tritto. Ai vincitori un viaggio-studio all’”Institute of Interaction Design” di Copenaghen, centro di eccellenza per l’innovazione digitale che attrae studenti, ricercatori, organizzazioni pubbliche e private da tutto il mondo.

Congratulazioni da tutto lo staff del master, Marco!

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Un'esperienza incredibile

Di Marco Piana, studente della XVI Edizione del Master

L’esperienza vissuta al Talent Garden Calabiana di Milano all’Hackathon #PerchèSì di Sanofi Pasteur è stata davvero incredibile. Io ed altri colleghi del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” ci siamo candidati a questo ambizioso hackathon consigliatoci dal nostro Direttore del Master, la professoressa Simonetta Pattuglia, per i giorni 20 e 21 giugno 2018.


Una volta arrivati al Talent Garden siamo stati divisi ed inseriti in 10 gruppi differenti con altri studenti provenienti da diverse università sparse per l’Italia e ciò ha reso ancor più stimolante la competizione. Il mio team era composto da Giulia Bona, studentessa del Master in Giornalismo e Comunicazione Istituzionale della Scienza presso l'Università di Ferrara e Francesco Tritto, studente di Relazioni Pubbliche e Comunicazione d'impresa presso l'Università IULM di Milano.


Abbiamo subito trovato la giusta alchimia che ci ha portato ad ideare questo progetto comunicativo a favore dell’informazione reale e verificata riguardante la vaccinazione. Il tutto è nato in modo molto naturale, in quanto abbiamo trovato in noi stessi (fascia di età tra i 20 e i 27 anni) il target al quale volevamo rivolgerci, vale a dire la millennial generation. A quel punto ci siamo subito posti delle domande, tra cui la più importante per quello che volevamo raccontare: come vorremmo essere informati sulla vaccinazione?


È stato in quel momento che abbiamo optato per una campagna basata sull’ ironia e la gamification, con lo scopo di coinvolgere attivamente i millennials al fine di informarli e sensibilizzarli sull’argomento in questione.


Successivamente abbiamo ragionato sui possibili testimonial della campagna e abbiamo idealmente optato per l’attore Neri Marcorè e il noto divulgatore scientifico Alberto Angela. L’idea era quella di raccontare fake news riguardanti i vaccini attraverso l’imitazione di Alberto Angela, simpaticamente interpretato dall’attore Neri Marcorè, per poi rilanciare alla fine di ogni filmato un’applicazione dal nome “VaxMeApp” scaricabile su qualsiasi device multimediale. L’applicazione avrebbe contenuto i filmati del vero Alberto Angela intento a raccontare la storia dei vaccini con in aggiunta un gioco divertente, il cui scopo sarebbe stato quello di debellare i virus attraverso la nostra arma speciale: i vaccini.

La campagna sarebbe stata rilanciata nei canali social più seguiti dai millennials, come Facebook e Instagram, attraverso la creazione di una pagina ad hoc dal nome “Non è solo un gioco”.

La nostra idea ha inaspettatamente colpito la giuria rendendoci molto orgogliosi poiché, inizialmente, la decisione di accostare l’ironia ad un argomento così discusso e intriso di fake news, spesso ostative alla diffusione delle vere informazioni, si presentava come un grande rischio.


Di questo ambizioso hackathon ricorderò sicuramente l’impegno, la stanchezza, l’energia, la competizione ma soprattutto i miei colleghi del team con i quali condivido e condividerò una grandissima soddisfazione.