DIRITTO REGIONALE E DEGLI ENTI LOCALI
Syllabus
Obiettivi Formativi
Lo scopo del corso di "Diritto regionale e degli enti locali" è fornire agli studenti un insieme di conoscenze sufficientemente approfondite del diritto delle autonomie regionali e locali in particolare. Specifica attenzione sarà data ai meccanismi di distribuzione delle competenze, ai riflessi della dimensione eurounitaria sul sistema delle autonomie, agli strumenti di raccordo e cooperazione tra i diversi livelli territoriali. A tal fine, il corso intende raggiungere i seguenti obiettivi:
- Fornire conoscenze e capacità di comprensione dei principi costituzionali intorno ai quali è costruito il sistema delle autonomie locali repubblicane, anche alla luce dei suoi antecedenti storici e della sua evoluzione
- Fornire conoscenza dei metodi e degli strumenti necessari per comprendere i meccanismi di distribuzione delle competenze e di raccordo e cooperazione tra i diversi livelli territoriali, nella interazione tra fonti normative, giurisprudenza e dottrina.
- Fornire conoscenze sulla autonomia finanziaria e sui criteri normativi attraverso i quali le risorse economiche sono raccolte e distribuite tra lo Stato e i diversi enti territoriali (cd. "federalismo fiscale")
RISULTATI DI APPRENDIMENTO ATTESI:
CONOSCENZA E CAPACITA' DI COMPRENSIONE:
- Conoscere quali sono i caratteri essenziali della organizzazione territoriale della Repubblica: Stato, regioni, città metropolitane/province, comuni, loro relazioni reciproche e partecipazione allo svolgimento dei compiti di indirizzo politico e di regolazione ed erogazione di prestazioni e servizi.
- Identificare i caratteri fondamentali del modello italiano di regionalismo, evidenziandone pregi e difetti.
- Conoscere ed identificare i principali somiglianze e differenze con altri sistemi (federalismo, devolution, ecc.), in chiave comparata
- Conoscere e comprendere il ruolo della Corte costituzionale come garante della legalità costituzionale del sistema delle autonomie
- Conoscere e comprendere le prospettive di evoluzione del sistema delle autonomie, sia in chiave interna sia a fronte della sempre crescente integrazione eurounitaria.
APPLICARE CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE
Attraverso le conoscenze e le capacità di comprensione acquisite lo studente deve essere in grado di sviluppare abilità/capacità per:
- trovare e accedere in modo autonomo alla documentazione giuridica di base (raccolte normative, di giurisprudenza, riviste specializzate);
- comprendere testi giuridici: normativi, giurisprudenziali, dottrinari;
- analizzare questioni giuridiche di relativa semplicità, identificandone gli aspetti problematici e le possibili soluzioni;
AUTONOMIA DI GIUDIZIO:
Sviluppare autonome riflessioni su diverse tematiche relative al diritto regionale e degli enti locali. Avere la capacità di integrare le conoscenze e gestire la complessità, nonché di comprendere quando diviene necessario acquisire pareri da soggetti specificamente qualificati nel settore giuridico di riferimento.
ABILITA' COMUNICATIVE:
- esprimersi, in forma scritta e orale, utilizzando un linguaggio tecnico appropriato agli interlocutori e al contesto di riferimento;
- capacità di analisi dei problemi, anche complessi;
- capacità relazionali;
- capacità di lavorare in gruppo, gestire lo stress e le situazioni conflittuali.
CAPACITÀ DI APPRENDERE:
- sviluppare analisi sui temi giuridici;
- tenersi aggiornati sull'evoluzione della normativa e della giurisprudenza;
- costruire e sviluppare un metodo di studio e di ricerca idoneo a consentire l'approfondimento delle conoscenze maturate.
Learning Objectives
The aim of the "Regional and Local Government Law" class is to provide students with sufficiently detailed knowledge about the law of regional and local autonomies specifically. Particular care will be devoted to the mechanisms underlying the distribution of competences, to the reflexes introduced by the euro-unitary dimension on the autonomistic system, to the intruments providing for instances of junction and cooperation among the various territorial levels, in the interaction between sources of law, case law and legal doctrin.
To this end, the course aims to achieve the following objectives:
- Provide knowledge and understanding of the constitutional principles which form the basis of our republican system of local autonomies, taking into account its historical antecedents and its subsequent evolution as well;
- Provide knowledge of the methods and tools needed for understanding the mechanisms concerning the distribution of competences and the instances of junction and cooperation among the different territorial levels, in the interplay of normative sources, case-law and doctrinary commentary;
- Provide knowledge concerning the fiscal autonomy and the normative criteria regulating the collecting and the sharing of economic resources between the central State and the several territorial bodies (so called "fiscal federalism")
EXPECTED LEARNING OUTCOMES:
KNOWLEDGE AND UNDERSTANDING:
- Knowing the main features of the territorial organisation of the Italian Republic: the State, regions, metropolitan townships/provinces, towns, and their mutual relations and cooperation in the political direction of the Republic and in the regulation and provision of services
- Identifying the fundamental characters of the Italian regional model, identifying its pros and cons
- Knowing and identifying the main similarities/differences with other systems (federalism, devolution, etc.), in a comparative perspective
- Knowing and understanding the role played by the Constitutional Court as guardian of constitutional legality of the autonomistic system
- Knowing and undeerstanding the evolutive outcomes of the autonomistic system, both from an internal perspective and keeping into consideration the ever growing eurounitary integration
- APPLY KNOWLEDGE AND UNDERSTANDING
Through the knowledge and understanding acquired the student must be able to develop skills / abilities in order to:
- find and independently access basic legal documentation (collections of legislation and case-law, specialised journals);
- understand legal texts: normative, judicial and doctrinal ones
- analyse relatively simple legal issues, identifying problematic aspects and their possible solutions;
MAKING JUDGEMENTS:
Ability to develop autonomous thinking about different ambits of Regional and Local Bodies Law. Ability to merge different elements of knowledge in order to manage complex issues, and to assess the necessity of acquiring advice from qualified professionals in the relevant legal subject matter.
COMMUNICATION SKILLS:
- ability to express oneself, in written and oral form, using a technical language appropriate to the interlocutors and the reference context;
- ability to analyze problems, even complex ones;
- relational skills;
- ability to work in groups, manage stress and conflict situations.
LEARNING SKILLS:
- develop analyses on the issues of Regional and Local Bodies Law;
- keep up to date on the normative evolution (mainly, normative and case-law);
- build and develop a method of study and research capable of deepening the acquired knowledge.
Prerequisiti
Prerequisites
Programma
Capitolo II Le Regioni dalla Costituzione del 1948 alla legge cost. n. 3 del 2001
Capitolo III L’evoluzione della normativa in materia di enti locali
Capitolo IV La potestà legislativa dello Stato e delle Regioni
Capitolo V L’autonomia statutaria e la forma di governo delle Regioni
Capitolo VI Le sedi di raccordo tra i diversi livelli di governo della Repubblica
Capitolo VII Il regionalismo italiano tra crisi ed efficienza dell’amministrazione
Program
Capitolo II Le Regioni dalla Costituzione del 1948 alla legge cost. n. 3 del 2001
Capitolo III L’evoluzione della normativa in materia di enti locali
Capitolo IV La potestà legislativa dello Stato e delle Regioni
Capitolo V L’autonomia statutaria e la forma di governo delle Regioni
Capitolo VI Le sedi di raccordo tra i diversi livelli di governo della Repubblica
Capitolo VII Il regionalismo italiano tra crisi ed efficienza dell’amministrazione
Testi Adottati
Books
Bibliografia
CARETTI - TARLI BARBIERI, Diritto regionale, Torino, V ed., 2019
Bibliography
CARETTI - TARLI BARBIERI, Diritto regionale, Torino, V ed., 2019
Modalità di svolgimento
Teaching methods
Regolamento Esame
E' richiesto lo studio integrale del manuale indicato
Studenti frequentanti possono concordare col docente di approfondire uno specifico argomento di loro interesse, che sarà oggetto di valutazione in sede di esame
Inoltre, vengono valutate la proprietà di linguaggio e la chiarezza espositiva, in aderenza con i descrittori di Dublino (1. Conoscenza e capacità di comprensione (knowledge and understanding); 2. Capacità di applicare la conoscenza e comprensione (applying knowledge and understanding); 3. Autonomia di giudizio (making judgements); 4. Capacità di apprendimento (learning skills); 5: Abilità di comunicazione (communication skills).
La prova di esame sarà valutata secondo i seguenti criteri:
Non idoneo: importanti carenze e/o inaccuratezze nella conoscenza e comprensione degli argomenti; limitate capacità di analisi e sintesi, frequenti generalizzazioni e limitate capacità critiche e di giudizio, gli argomenti sono esposti in modo non coerente e con linguaggio inappropriato;
18-20: conoscenza e comprensione degli argomenti appena sufficiente con possibili generalizzazioni e imperfezioni; capacità di analisi sintesi e autonomia di giudizio sufficienti, gli argomenti sono esposti in modo frequentemente poco coerente e con un linguaggio poco appropriato/tecnico;
21-23: Conoscenza e comprensione degli argomenti routinaria; Capacità di analisi e sintesi corrette con argomentazione logica sufficientemente coerente e linguaggio appropriato/tecnico
24-26: Discreta conoscenza e comprensione degli argomenti; buone capacità di analisi e sintesi con argomentazioni espresse in modo rigoroso ma con un linguaggio non sempre appropriato/tecnico.
27-29: Conoscenza e comprensione degli argomenti completa; notevoli capacità di analisi e sintesi. Buona autonomia di giudizio. Argomenti esposti in modo rigoroso e con linguaggio appropriato/tecnico
30-30L: Ottimo livello di conoscenza e comprensione approfondita degli argomenti. Ottime
Exam Rules
The study of the suggested handbook, in its entirety, is mandatory
Students attending classes may agree with the teacher to prepare a specific topic of their interest, which will be evaluated as part of their exam
Furthermore, language properties and clarity of presentation are evaluated, in compliance with the Dublin descriptors (1. Knowledge and understanding) 2. Ability to apply knowledge and understanding; 3. Making judgments; 4. Learning skills; 5: Communication skills.
The exam will be assessed according to the following criteria:
Not suitable: important deficiencies and / or inaccuracies in the knowledge and understanding of the topics; limited capacity for analysis and synthesis, frequent generalizations and limited critical and judgment skills, the arguments are presented in an inconsistent way and with inappropriate language;
18-20: just sufficient knowledge and understanding of the topics with possible generalizations and imperfections; sufficient capacity for analysis, synthesis and autonomy of judgment, the topics are frequently exposed in an inconsistent way and with inappropriate / technical language;
21-23: Routine knowledge and understanding of topics; Ability to correct analysis and synthesis with sufficiently coherent logical argument and appropriate / technical language
24-26: Fair knowledge and understanding of the topics; good analysis and synthesis skills with rigorously expressed arguments but with a language that is not always appropriate / technical.
27-29: Complete knowledge and understanding of the topics; remarkable abilities of analysis and synthesis. Good autonomy of judgment. Topics exposed rigorously and with appropriate / technical language
30-30L: Excellent level of knowledge and in-depth understanding of the topics. Excellent skills of analysis, synthesis and autonomy of judgment. Arguments expressed in an original way and with appropriate technical language.
Obiettivi Formativi
Lo scopo del corso di "Diritto regionale e degli enti locali" è fornire agli studenti un insieme di conoscenze sufficientemente approfondite del diritto delle autonomie regionali e locali in particolare. Specifica attenzione sarà data ai meccanismi di distribuzione delle competenze, ai riflessi della dimensione eurounitaria sul sistema delle autonomie, agli strumenti di raccordo e cooperazione tra i diversi livelli territoriali. A tal fine, il corso intende raggiungere i seguenti obiettivi:
- Fornire conoscenze e capacità di comprensione dei principi costituzionali intorno ai quali è costruito il sistema delle autonomie locali repubblicane, anche alla luce dei suoi antecedenti storici e della sua evoluzione
- Fornire conoscenza dei metodi e degli strumenti necessari per comprendere i meccanismi di distribuzione delle competenze e di raccordo e cooperazione tra i diversi livelli territoriali, nella interazione tra fonti normative, giurisprudenza e dottrina.
- Fornire conoscenze sulla autonomia finanziaria e sui criteri normativi attraverso i quali le risorse economiche sono raccolte e distribuite tra lo Stato e i diversi enti territoriali (cd. "federalismo fiscale")
RISULTATI DI APPRENDIMENTO ATTESI:
CONOSCENZA E CAPACITA' DI COMPRENSIONE:
- Conoscere quali sono i caratteri essenziali della organizzazione territoriale della Repubblica: Stato, regioni, città metropolitane/province, comuni, loro relazioni reciproche e partecipazione allo svolgimento dei compiti di indirizzo politico e di regolazione ed erogazione di prestazioni e servizi.
- Identificare i caratteri fondamentali del modello italiano di regionalismo, evidenziandone pregi e difetti.
- Conoscere ed identificare i principali somiglianze e differenze con altri sistemi (federalismo, devolution, ecc.), in chiave comparata
- Conoscere e comprendere il ruolo della Corte costituzionale come garante della legalità costituzionale del sistema delle autonomie
- Conoscere e comprendere le prospettive di evoluzione del sistema delle autonomie, sia in chiave interna sia a fronte della sempre crescente integrazione eurounitaria.
APPLICARE CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE
Attraverso le conoscenze e le capacità di comprensione acquisite lo studente deve essere in grado di sviluppare abilità/capacità per:
- trovare e accedere in modo autonomo alla documentazione giuridica di base (raccolte normative, di giurisprudenza, riviste specializzate);
- comprendere testi giuridici: normativi, giurisprudenziali, dottrinari;
- analizzare questioni giuridiche di relativa semplicità, identificandone gli aspetti problematici e le possibili soluzioni;
AUTONOMIA DI GIUDIZIO:
Sviluppare autonome riflessioni su diverse tematiche relative al diritto regionale e degli enti locali. Avere la capacità di integrare le conoscenze e gestire la complessità, nonché di comprendere quando diviene necessario acquisire pareri da soggetti specificamente qualificati nel settore giuridico di riferimento.
ABILITA' COMUNICATIVE:
- esprimersi, in forma scritta e orale, utilizzando un linguaggio tecnico appropriato agli interlocutori e al contesto di riferimento;
- capacità di analisi dei problemi, anche complessi;
- capacità relazionali;
- capacità di lavorare in gruppo, gestire lo stress e le situazioni conflittuali.
CAPACITÀ DI APPRENDERE:
- sviluppare analisi sui temi giuridici;
- tenersi aggiornati sull'evoluzione della normativa e della giurisprudenza;
- costruire e sviluppare un metodo di studio e di ricerca idoneo a consentire l'approfondimento delle conoscenze maturate.
Learning Objectives
The aim of the "Regional and Local Government Law" class is to provide students with sufficiently detailed knowledge about the law of regional and local autonomies specifically. Particular care will be devoted to the mechanisms underlying the distribution of competences, to the reflexes introduced by the euro-unitary dimension on the autonomistic system, to the intruments providing for instances of junction and cooperation among the various territorial levels, in the interaction between sources of law, case law and legal doctrin.
To this end, the course aims to achieve the following objectives:
- Provide knowledge and understanding of the constitutional principles which form the basis of our republican system of local autonomies, taking into account its historical antecedents and its subsequent evolution as well;
- Provide knowledge of the methods and tools needed for understanding the mechanisms concerning the distribution of competences and the instances of junction and cooperation among the different territorial levels, in the interplay of normative sources, case-law and doctrinary commentary;
- Provide knowledge concerning the fiscal autonomy and the normative criteria regulating the collecting and the sharing of economic resources between the central State and the several territorial bodies (so called "fiscal federalism")
EXPECTED LEARNING OUTCOMES:
KNOWLEDGE AND UNDERSTANDING:
- Knowing the main features of the territorial organisation of the Italian Republic: the State, regions, metropolitan townships/provinces, towns, and their mutual relations and cooperation in the political direction of the Republic and in the regulation and provision of services
- Identifying the fundamental characters of the Italian regional model, identifying its pros and cons
- Knowing and identifying the main similarities/differences with other systems (federalism, devolution, etc.), in a comparative perspective
- Knowing and understanding the role played by the Constitutional Court as guardian of constitutional legality of the autonomistic system
- Knowing and undeerstanding the evolutive outcomes of the autonomistic system, both from an internal perspective and keeping into consideration the ever growing eurounitary integration
- APPLY KNOWLEDGE AND UNDERSTANDING
Through the knowledge and understanding acquired the student must be able to develop skills / abilities in order to:
- find and independently access basic legal documentation (collections of legislation and case-law, specialised journals);
- understand legal texts: normative, judicial and doctrinal ones
- analyse relatively simple legal issues, identifying problematic aspects and their possible solutions;
MAKING JUDGEMENTS:
Ability to develop autonomous thinking about different ambits of Regional and Local Bodies Law. Ability to merge different elements of knowledge in order to manage complex issues, and to assess the necessity of acquiring advice from qualified professionals in the relevant legal subject matter.
COMMUNICATION SKILLS:
- ability to express oneself, in written and oral form, using a technical language appropriate to the interlocutors and the reference context;
- ability to analyze problems, even complex ones;
- relational skills;
- ability to work in groups, manage stress and conflict situations.
LEARNING SKILLS:
- develop analyses on the issues of Regional and Local Bodies Law;
- keep up to date on the normative evolution (mainly, normative and case-law);
- build and develop a method of study and research capable of deepening the acquired knowledge.
Prerequisiti
Istituzioni di diritto privato
Prerequisites
Foundamentals of private law
Programma
1. Premessa
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale. La questione della sovranità
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze
11. Segue: le differenze ulteriori
12. La tensione tra unità ed autonomia
13 La statualità degli Stati membri delle Federazioni
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica
3. La crisi del modello
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura
6. L’opzione “federale”
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale
8. La riforma
9. Tra attuazione e riforma della riforma
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost.
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza
“costituzionale”
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto
4. Il problema della qualificazione dell’atto
5. Aspetti problematici della sequenza formativa
6. L’oggetto della competenza statutaria
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni
3. Il rispetto degli obblighi internazionali
4. La competenza concorrente
5. Le materie legislative
6. Le competenze finalistiche
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa
8. La potestà regolamentare
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni
amministrative
5. Il principio di sussidiarietà
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost.
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata
5. La l. n. 42/2009
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa
2. Radici e precedenti
3. La Costituzione e gli statuti speciali
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo V
6. La nuova disciplina costituzionale
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali
2. Il Consiglio regionale
3. Il Presidente e la Giunta
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL)
5. Gli organi di garanzia statutaria
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa
2. I poteri d’'ingerenza dello Stato
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni)
LE REGIONI E L’'UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
3. Il versante europeo
4. Il versante nazionale
Program
1. Premiss
2. The French model of the centralized unitary State
3. The north-american federal model: from Confederation to federal State; the sovereignty issue
4. Federative processes in Europe - XIX and XX centuries
5. Italian unification and the French model reception
6. Birth of the regional model: Spanish 1931 Constitution
7. The regional model in the Italian 1947 Constitution
8. Regionalismo diffusion in Europe; Belgium transitioning towards federalism
9. Commonalities between federal and regional States
10. Differences in power distribution
11. Following: more differences
12. The unity/autonomy tension
13 Statehood in federations member States
REGIONALISM IN THE ITALIAN
COSTITUTIONAL DEVELOPMENT
1. The regionalist choice of the Assemblea costituente
2. The constitutional model and its e la sua impronta garantistica
3. The crisis of the model
4. The relationship between Regions and party system
5. The constitutional reforms at the turn of the century
6. The "federal" option
7. The need to move beyond the constitutional model limits
8. The reform
9. Between implementation and reform of the reform
ORDINARY STATUTORY CHARTERS AND ELECTORAL LEGISLATION
1. Const. law n. 1/1999: an anticipation of the title V Const. reform
2. A "regionalistic" option: charter-drafting autonomy against constitution-making power
3. The welcome break in the statutory charter adopting procedure
4. Juridical nature of statutory charter
5. Problematic issues in the procedural sequence
6. The extent of Statutory charters competence
7. Limits of statutory charters autonomy: harmony with Constitution
8. A connected competence: the power to legislate elections
LEGISLATIVE AND REGULATORY AUTONOMY
1. The reversal of the enumeration clause and the typology of competences
2. The residual powers clause and regional legislative competence
3. Respect for international obligations
4. "Concurrent" competence
5. Legislative subject-matters
6. Teleological competences
7. Attraction by subsidiarity in legislative competences
8. Regulatory powers
ADMINISTRATIVE AUTONOMY
1. The most important novelties in the new constitutional
2. Coordination problems between art. 118, para.1 and artt. 121, para 4 and
118, para 2
3. The need for legislative interposition
4. Legislative competence for the distribution of the administrative functions
5. Subsidiarity principle
BUDGETARY AUTONOMY
1. Budgetary and political autonomy of the regions
2. Before the Title V Const. reform
3. The constitutional reform and its strategical choices
4. The impact of the reform: a) revenues
5. Parliamentary Law n. 42/2009
SPECIAL AUTONOMIES
1. Premiss
2. Roots and antecedents
3. The Constitution and the special statutory laws
4. The "deconstitutionalization of the organizational discipline and the so-called statutory laws
5. Special autonomies and Title V reform perspectives
6. The new constitutional discipline
REGIONAL ORGANISATIONE
1. Necessary and not necessary organs
2. The regional Assembly (Consiglio regionale)
3. The President and the Cabinet (Presidente and Giunta)
4. Local Autonomies Councils (Consigli delle autonomie locali-CAL)
5. Statutory guarantee bodies
6. Other statutory-founded bodies
OVERSIGHT POWERS AND COOPERATIVE JOINTS
1. Premiss
2. State oversight powers
3. Cooperative joints (so-called "constitutional functions” of regions)
REGIONS AND EUROPEAN UNION
1. The starting point: sub-state entities' downsides
2. The original prevalence of unitary States and the following regionalisation processes
3. The European side
4. The national side
Testi Adottati
Diritto regionale, Giappichelli editore, Torino, 2019 (IV edizione)
isbn 9788892119574
Books
Diritto regionale, Giappichelli editore, Torino, 2019 (IV edizione)
isbn 9788892119574
Bibliografia
https://economia.uniroma2.it/corso/materialidoc/319/
Bibliography
https://economia.uniroma2.it/corso/materialidoc/319/
Modalità di svolgimento
Per una attiva partecipazione alle lezioni agli studenti viene richiesto di svolgere preventivamente alcune letture, di volta in volta indicate dal docente.
Teaching methods
In order to achieve active participation to class, students can be required to perform in advance the readings which shall be indicated by the teacher
Regolamento Esame
Gli studenti frequentanti possono portare una tesina scritta (20 pagg. circa) di approfondimento su un argomento concordato con il docente, la quale concorrerà alla valutazione finale della preparazione dello studente.
Exam Rules
Attending students can present a written paper (approx.20 pp.) for an in-depth analysis of a topic to be decided in agreement with the teacher; the paper will concur in the final evaluation of the student's learning outcome.
Aggiornato A.A. 2021-2022
E' richiesto lo studio integrale del seguente manuale:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Ulteriore materiale didattico sarà discusso a lezione e messo a disposizione degli studenti frequentanti
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2021-2022
Compulsory reading:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Further readings wil be discussed in class and made available to students
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2020-2021
E' richiesto lo studio integrale del seguente manuale:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Ulteriore materiale didattico sarà discusso a lezione e messo a disposizione degli studenti frequentanti
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2020-2021
Compulsory reading:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Further readings wil be discussed in class and made available to students
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2019-2020
Antonio D'Atena, Diritto regionale, III ed., Giappichelli, Torino, 2017
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Nel corso delle lezioni verranno indicati materiali didattici relativi alla parte sugli enti locali
Aggiornato A.A. 2018-2019
Antonio D'Atena, Diritto regionale, III ed., Giappichelli, Torino, 2017
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Aggiornato A.A. 2016-2017
Antonio D'Atena, Diritto regionale, II ed., Giappichelli, Torino, 2013
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
VIII Indice
pag.
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
Indice IX
pag.
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
X Indice
pag.
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
Indice XI
pag.
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
XII Indice
pag.
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Luciano Vandelli, Il governo locale, II ed., Il Mulino, Bologna, 2014
Aggiornato A.A. 2014-2015
Per la preparazione dell'esame è necessario lo studio dei seguenti testi:
1) Antonio D'ATENA, Diritto regionale, II edizione, Torino, Giappichelli ed., 2013
I. Federalismo e regionalismo. – II. Il regionalismo nella vicenda costituzionale italiana. – III. Gli statuti ordinari e la legislazione elettorale. – IV. L’autonomia legislativa e regolamentare. – V. L’autonomia amministrativa. – VI. L’autonomia finanziaria. – VII. Le autonomie speciali. – VIII. L’organizzazione delle regioni. – IX. Poteri d’ingerenza e raccordi cooperativi. – X. Le regioni e l’unione europea. – Nota bibliografica. – Indice analitico.
2) Luciano VANDELLI, Il governo locale, II edizione, Bologna, Il Mulino ed., 2014, limitatamente alle sguenti parti:
Premessa. Il governo locale e la crisi
1. I soggetti dell'amministrazione locale: gli enti
Il comune.
I livelli intercomunali.
La provincia.
La città metropolitana.
2. Chi governa l'amministrazione locale: gli organi
Gli organi di governo.
Il consiglio: organizzazione e funzionamento.
Il sindaco.
La giunta.
I dirigenti.
3. Che cosa fa l'amministrazione locale: le funzioni
Le materie di competenza locale.
Funzioni amministrative e rilievo economico.
I tipi di attività degli enti locali.
5. L'amministrazione locale tra Stato e regioni
I diversi modelli.
Gli enti locali e lo Stato.
Gli enti locali e le regioni.
6. Come cambia l'amministrazione locale: le riforme
Le tappe del cambiamento.
Qualche considerazine sulle tendenze del governo locale.
Linee guida.
7. Governo locale e sistema politico
Mutamenti istituzionali e mutamenti politici.
Personalizzazione, bipolarismo e frammentazione nella politica locale.
Elezione diretta del sindaco e sistema dei partiti.
Composizione delle giunte e ruolo dei consigli.
Ombre e luci della fase attuale.