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Sostenibilità e attivismo così parlano le aziende

Intervista al Direttore del master Simonetta Pattuglia da parte dell'agenzia giornalistica 9colonne.

La comunicazione, soprattutto quella d’impresa, ha conosciuto una autentica rivoluzione negli ultimi anni, nei quali sono emersi concetti chiave come reputazione e sostenibilità. Abbiamo analizzato brevemente scenari passati e futuri con la professoressa Simonetta Pattuglia, docente di Marketing, Comunicazione e Media all’Università di Tor Vergata a Roma.

 


Professoressa Pattuglia, è molto cambiata la comunicazione d'impresa negli ultimi anni?
«Direi radicalmente, ci sono alcuni cambiamenti fondamentali, dei megatrend della comunicazione aziendale. Il primo è il passaggio da una comunicazione image centred a reputation centred, ovvero alla creazione della reputazione tramite la comunicazione, insieme ad altre leve. Ed è davvero la chiave di volta, il cambiamento più sconquassante. Si è passati dal pensiero che la comunicazione sia centrale e onnipotente al fatto che sia invece fondamentalmente una facilitatrice rispetto ad altre leve, come avere un buon servizio o prodotto, un management di alto livello, dei buoni fondamentali economici, la necessaria attenzione verso sostenibilità e innovazione e – anche - una bella immagine. La reputazione dunque è diventata essenziale, nel momento in cui internet e i social media sono diventati così pervasivi. La reputazione viene sempre misurata on the web, anche quella che viene comunicata offline viene poi commentata attraverso l'online. Il secondo megatrend è la sostenibilità. Si è passati da una sostenibilità che poteva essere poco comunicata venti anni fa, a una sostenibilità pretesa da parte delle imprese, soprattutto dal consumatore che esige dall’azienda un’attenzione a tutto tondo. Arriviamo infatti a parlare di sostenibilità sociale che è molto di più di ciò che veniva identificato come responsabilità sociale d’impresa: è il combinato disposto di tutte le sostenibilità. Azienda e organizzazioni hanno un impatto sociale e devono sapere che in tutti i processi aziendali devono essere allineate ai criteri di sostenibilità, creando anche delle KPIs di sostenibilità in ogni azione».

 

Le macchine sono ancora la leva per il futuro o l’uomo ha recuperato la sua posizione?
«Oggi si vuole raddrizzare un po' il tiro rispetto a una deriva di pensiero e azione che voleva delegare il momento decisionale e strategico alle macchine. In questo senso si vuole fare sì che le persone riprendano in mano il controllo; e parliamo di tutti noi quando siamo cittadini, telespettatori ma anche manager, quando siamo gestori di realtà produttive, o servizi, o comunque stakeholder. È la ripresa in carico di una responsabilità fortissima, che non si può delegare alle macchine nei momenti di analisi e strategia, dove sono sempre le persone a decidere. Lo stesso accade per i big data e per tutte le forme di internet 4.0: le macchine possono fare molto ma serve una capacità di lettura e di interpretazione da parte degli uomini».

 

C’è una direzione futura, che sta nascendo in questi anni, per la comunicazione delle aziende?
«Si comincia a vedere una comunicazione attivista, il cosiddetto brand activism. Fino a poco tempo fa il bravo comunicatore era neutro, l’impresa non doveva prendere una parte o aderire a determinate issues di scenario economico, sociale ecc. Si vede adesso una presa di posizione a favore o contro alcune situazioni come la diversity, la gender parity o i diritti umani. Ci sono aziende che si impegnano e si “schierano” anche a livello di comunicazione, soprattutto per il ruolo sociale che ritengono di avere e che gli stakeholder e i clienti gli attribuiscono. Si arriva così alla corporate diplomacy, una forma di comunicazione non più fatta di sole immagini ma di reputazione di e gestione di ruolo diplomatico verso stati, paesi e comunità. Di certo il mestiere di comunicatore, ora che la comunicazione è stabilmente nella stanza dei bottoni, si è fatto più complesso e c’è molto meno istrionismo: servono serietà e deontologia». (Lam)

(© 9Colonne - citare la fonte)

 

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