DIRITTO REGIONALE E DEGLI ENTI LOCALI
Programma
Aggiornato A.A. 2021-2022
E' richiesto lo studio integrale del seguente manuale:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Ulteriore materiale didattico sarà discusso a lezione e messo a disposizione degli studenti frequentanti
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2021-2022
Compulsory reading:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Further readings wil be discussed in class and made available to students
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2020-2021
E' richiesto lo studio integrale del seguente manuale:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Ulteriore materiale didattico sarà discusso a lezione e messo a disposizione degli studenti frequentanti
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2020-2021
Compulsory reading:
A. D'ATENA, Diritto Regionale, IV edizione, Torino, Giappichelli, 2019
Further readings wil be discussed in class and made available to students
PROGRAMMA DEL CORSO:
1) FEDERALISMO E REGIONALISMO
2) IL REGIONALISMO NELLA VICENDA COSTITUZIONALE ITALIANA
3) GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
4) L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
5) L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
6) L’AUTONOMIA FINANZIARIA
7) LE AUTONOMIE SPECIALI
8) L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
9) POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
10) LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
Aggiornato A.A. 2019-2020
Antonio D'Atena, Diritto regionale, III ed., Giappichelli, Torino, 2017
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Nel corso delle lezioni verranno indicati materiali didattici relativi alla parte sugli enti locali
Aggiornato A.A. 2018-2019
Antonio D'Atena, Diritto regionale, III ed., Giappichelli, Torino, 2017
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Aggiornato A.A. 2016-2017
Antonio D'Atena, Diritto regionale, II ed., Giappichelli, Torino, 2013
CAPITOLO I
FEDERALISMO E REGIONALISMO
1. Premessa 2
2. Il modello francese dello Stato unitario centralizzato 2
3. Il modello federale nordamericano: il passaggio dalla Confederazione allo
Stato federale 4
3.1. La questione della sovranità 6
4. I processi federativi in Europa nel XIX e nella prima parte del XX secolo 7
5. L’unificazione nazionale italiana e l’accoglimento del modello francese 8
6. La nascita del modello regionale: la Costituzione spagnola del 1931 9
7. L’accoglimento del modello regionale da parte della Costituzione italiana
del 1947 10
8. La diffusione del regionalismo in Europa e la transizione del Belgio al federalismo
11
9. Gli elementi comuni agli Stati federali ed agli Stati regionali 13
10. Le differenze attinenti alla ripartizione delle competenze 13
11. Segue: le differenze ulteriori 15
11.1. Il bicameralismo 15
11.1.1. Il caso del Senato italiano 18
11.2. Il procedimento di revisione della Costituzione 20
11.3. La competenza costituzionale 21
12. La tensione tra unità ed autonomia 22
VIII Indice
pag.
12.1. Le tecniche costituzionali a salvaguardia dell’unità 22
12.1.1. I poteri sostitutivi 25
12.1.2. I limiti al potere estero delle Regioni italiane 27
12.2. Le tecniche costituzionali a garanzia dell’autonomia 28
12.2.1. Le garanzie di esistenza 29
12.2.1.1. L’identificazione geografica 29
12.2.1.2. Le variazioni territoriali 31
12.2.1.3. Problemi attuali nell’esperienza italiana 34
12.2.2. La costituzionalizzazione del riparto di competenze 36
12.2.3. Le potestà legislative 38
12.2.4. La tutela giurisdizionale 38
13. Considerazioni conclusive 40
13.1. La statualità degli Stati membri delle Federazioni 40
13.2. I diversi regionalismi 41
Nota bibliografica 43
CAPITOLO II
IL REGIONALISMO NELLA VICENDA
COSTITUZIONALE ITALIANA
1. La scelta regionalista dell’Assemblea costituente 55
2. Il disegno costituzionale e la sua impronta garantistica 58
2.1. La costituzionalizzazione delle materie regionali 59
2.2. Il carattere esclusivo delle competenze amministrative delle Regioni 60
2.3. Le competenze legislative regionali ed il principio della concorrenza 61
3. La crisi del modello 61
4. Il rapporto tra Regioni e sistema dei partiti politici 63
5. Le riforme costituzionali della XIII legislatura 65
6. L’opzione “federale” 66
7. L’esigenza di superare i limiti del modello costituzionale 67
8. La riforma 69
8.1. Due equivoci iniziali: le macroregioni e lo Stato iperleggero 69
8.2. Le tecniche costituzionali di ripartizione delle competenze 70
8.3. Il tema della sussidiarietà 71
8.4. Il superamento del ruolo “tutorio” dello Stato 73
8.5. Una svolta radicale 74
8.6. Il potenziamento degli enti locali e l’ordinamento di Roma capitale 75
8.6.1. La difficile attuazione: a) con riferimento alle Province e alle Città
metropolitane 78
8.6.2. Segue: b) con riferimento all’ordinamento di Roma capitale 82
9. Tra attuazione e riforma della riforma 86
Nota bibliografica 90
Indice IX
pag.
CAPITOLO III
GLI STATUTI ORDINARI E LA LEGISLAZIONE ELETTORALE
1. La l. cost. n. 1/1999, come anticipazione della riforma del titolo V Cost. 97
2. Un’opzione “regionalistica”: autonomia “statutaria”, e non competenza “costituzionale”
98
3. L’opportuna discontinuità in materia di procedimento di formazione dello
statuto 99
4. Il problema della qualificazione dell’atto 101
5. Aspetti problematici della sequenza formativa 103
6. L’oggetto della competenza statutaria 106
6.1. La forma di governo 107
6.2. Le letture estensive della competenza in materia di forma di governo 112
6.3. I principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento 113
6.4. La questione delle norme statutarie programmatiche 113
6.4.1. I contenuti programmatici concretamente introdotti negli statuti 116
6.5. Gli altri oggetti della competenza statutaria 117
6.5.1. I Consigli delle autonomie locali (CAL): rinvio 121
7. I limiti apposti all’autonomia statutaria: l’armonia con la Costituzione 121
7.1. La caduta del riferimento all’armonia con le leggi statali 123
8. Una competenza connessa: la competenza legislativa in materia elettorale 126
8.1. La legge-cornice in materia elettorale 127
8.2. I rapporti tra statuto, legge statale e legislazione regionale 128
Nota bibliografica 130
CAPITOLO IV
L’AUTONOMIA LEGISLATIVA E REGOLAMENTARE
1. Il rovesciamento dell’enumerazione e la tipologia delle competenze 137
2. La clausola residuale e la competenza legislativa residuale delle Regioni 139
3. Il rispetto degli obblighi internazionali 141
3.1. … e dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario 145
4. La competenza concorrente 146
4.1. Elementi di continuità e di discontinuità con il passato 149
5. Le materie legislative 153
5.1. … e la loro interpretazione 156
5.2. Gli oggetti ad imputazione multipla 157
6. Le competenze finalistiche (e la “konkurrierende Gesetzgebung”) 161
6.1. La sindacabilità degli atti d’esercizio 165
7. L’attrazione in sussidiarietà della competenza legislativa 168
8. La potestà regolamentare 171
8.1. I regolamenti degli enti locali 174
X Indice
pag.
8.2. I regolamenti regionali: a) la questione della titolarità 176
8.3. Segue: b) la tipologia 179
Nota bibliografica 180
CAPITOLO V
L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA
1. Le due maggiori novità della nuova disciplina costituzionale 189
2. Problemi di coordinamento tra l’art. 118, comma 1, e gli artt. 121, comma 4 e
118, comma 2 190
3. La necessità dell’intermediazione del legislatore 192
4. L’identificazione del legislatore competente all’allocazione delle funzioni amministrative
194
5. Il principio di sussidiarietà 196
5.1. Il principio di sussidiarietà verticale 197
5.2. Il principio di sussidiarietà orizzontale 200
5.2.1. La tutela delle autonomie funzionali 206
Nota bibliografica 207
CAPITOLO VI
L’AUTONOMIA FINANZIARIA
1. Finanza e autonomia politica delle Regioni 213
2. La situazione anteriore alla riforma del titolo V Cost. 214
3. La riforma costituzionale e le sue scelte strategiche 217
3.1. La delimitazione degli spazi a disposizione del legislatore statale 218
3.1.1. La competenza legislativa “concorrente” in materia di coordinamento
della finanza pubblica 220
3.1.2. La disciplina dei contributi aggiuntivi e degli interventi speciali 224
3.2. La responsabilizzazione delle Regioni (e degli enti locali), nella prospettiva
del “federalismo fiscale” 226
3.3. L’equiparazione degli enti locali alle Regioni ed i suoi limiti 228
4. L’impatto della riforma: a) il versante dell’entrata 229
4.1. Segue: b) il versante della spesa 233
5. La l. n. 42/2009 235
5.1. … e la sua attuazione/inattuazione 238
Nota bibliografica 240
Indice XI
pag.
CAPITOLO VII
LE AUTONOMIE SPECIALI
1. Premessa 245
2. Radici e precedenti 246
3. La Costituzione e gli statuti speciali 248
3.1. Le “forme e condizioni particolari di autonomia” 251
3.1.1. Le deroghe allo ius commune relativamente alla disciplina dei rapporti
con lo Stato 254
3.1.2. Il regime finanziario 256
4. La decostituzionalizzazione della disciplina statutaria di tipo organizzativo e
l’introduzione delle leggi statutarie 259
4.1. La forma ed il regime delle leggi statutarie 260
4.2. Il loro oggetto ed i limiti ad esse apposti 262
5. Il problema delle autonomie speciali, nella prospettiva della riforma del titolo
V 265
6. La nuova disciplina costituzionale 266
6.1. La clausola d’equiparazione (o di maggior favore) di cui all’art. 10, l. cost.
n. 3/2001 268
6.1.1. Le aree di persistente specialità e l’armonizzazione con gli indirizzi
legislativi statali 274
6.1.2. Gli effetti della clausola sugli enti locali ubicati nei territori regionali
speciali 278
6.2. L’accesso delle Regioni ordinarie all’autonomia speciale 280
Nota bibliografica 282
CAPITOLO VIII
L’ORGANIZZAZIONE DELLE REGIONI
1. Gli organi necessari e gli organi eventuali 291
2. Il Consiglio regionale 292
2.1. Lo status dei consiglieri regionali 293
2.2. L’articolazione organizzativa del Consiglio regionale 297
2.3. I regolamenti interni 300
2.4. Funzionamento e funzioni 302
3. Il Presidente e la Giunta 306
3.1. La supremazia del Presidente nei confronti degli altri membri della
Giunta 306
3.2. I dispositivi di stabilizzazione dell’Esecutivo 309
3.3. Funzionamento e funzioni 313
4. I Consigli delle autonomie locali (CAL) 316
XII Indice
pag.
5. Gli organi di garanzia statutaria 320
6. Gli altri organi contemplati dagli statuti 323
Nota bibliografica 325
CAPITOLO IX
POTERI D’INGERENZA E RACCORDI COOPERATIVI
1. Premessa 331
2. I poteri d’ingerenza dello Stato 331
2.1. Lo scioglimento anticipato del Consiglio e la rimozione del Presidente
della Giunta 332
2.2. I poteri sostitutivi 336
2.3. La decretazione d’urgenza 343
3. I raccordi cooperativi (c.d. “funzioni costituzionali” delle Regioni) 344
3.1. I raccordi di tipo procedimentale 345
3.1.1. I poteri d’iniziativa 345
3.1.1.1. L’iniziativa legislativa statale delle Regioni 345
3.1.1.2. Le iniziative referendarie 348
3.1.2. I pareri e le intese 348
3.2. I raccordi di tipo organizzativo 352
3.2.1. La partecipazione dei Presidenti delle Regioni speciali alle sedute
del Consiglio dei Ministri 353
3.2.2. Il sistema delle Conferenze 357
Nota bibliografica 364
CAPITOLO X
LE REGIONI E L’UNIONE EUROPEA
1. Il punto di partenza: la penalizzazione delle entità sub-statali 369
2. L’originaria prevalenza degli Stati unitari ed i successivi processi di regionalizzazione
371
3. Il versante europeo 372
3.1. La svolta: il Trattato di Maastricht 372
3.2. I Trattati di Amsterdam e di Nizza 373
3.3. Il Trattato di Lisbona 374
4. Il versante nazionale 376
4.1. La fase ascendente 377
4.1.1. La partecipazione al Consiglio dei Ministri 378
4.1.1.1. La normativa italiana ed i canali partecipativi aperti alle
Regioni a livello sopranazionale e nazionale 378
Indice XIII
pag.
4.1.2. Il Comitato delle Regioni 381
4.1.2.1. La tecnica rappresentativa 381
4.1.2.2. Il dosaggio delle componenti 383
4.2. La fase discendente 383
4.2.1. La fase discendente ed i poteri sostitutivi nella normativa italiana
attuativa dell’art. 117, comma 5 384
4.3. La tutela giurisdizionale 387
Luciano Vandelli, Il governo locale, II ed., Il Mulino, Bologna, 2014
Aggiornato A.A. 2014-2015
Per la preparazione dell'esame è necessario lo studio dei seguenti testi:
1) Antonio D'ATENA, Diritto regionale, II edizione, Torino, Giappichelli ed., 2013
I. Federalismo e regionalismo. – II. Il regionalismo nella vicenda costituzionale italiana. – III. Gli statuti ordinari e la legislazione elettorale. – IV. L’autonomia legislativa e regolamentare. – V. L’autonomia amministrativa. – VI. L’autonomia finanziaria. – VII. Le autonomie speciali. – VIII. L’organizzazione delle regioni. – IX. Poteri d’ingerenza e raccordi cooperativi. – X. Le regioni e l’unione europea. – Nota bibliografica. – Indice analitico.
2) Luciano VANDELLI, Il governo locale, II edizione, Bologna, Il Mulino ed., 2014, limitatamente alle sguenti parti:
Premessa. Il governo locale e la crisi
1. I soggetti dell'amministrazione locale: gli enti
Il comune.
I livelli intercomunali.
La provincia.
La città metropolitana.
2. Chi governa l'amministrazione locale: gli organi
Gli organi di governo.
Il consiglio: organizzazione e funzionamento.
Il sindaco.
La giunta.
I dirigenti.
3. Che cosa fa l'amministrazione locale: le funzioni
Le materie di competenza locale.
Funzioni amministrative e rilievo economico.
I tipi di attività degli enti locali.
5. L'amministrazione locale tra Stato e regioni
I diversi modelli.
Gli enti locali e lo Stato.
Gli enti locali e le regioni.
6. Come cambia l'amministrazione locale: le riforme
Le tappe del cambiamento.
Qualche considerazine sulle tendenze del governo locale.
Linee guida.
7. Governo locale e sistema politico
Mutamenti istituzionali e mutamenti politici.
Personalizzazione, bipolarismo e frammentazione nella politica locale.
Elezione diretta del sindaco e sistema dei partiti.
Composizione delle giunte e ruolo dei consigli.
Ombre e luci della fase attuale.