La Rassegna Stampa
"Food Wine & co", Roma patria dell'innovazione nel cibo: l'evento all'Università di Tor Vergata
È stata la food innovation, dalla produzione alle strategie di marketing e comunicazione, il tema centrale di Food Wine & co, il seminario organizzato dal master in Economia e gestione della comunicazione e dei media dell’Università di Roma Tor Vergata, di cui il Messaggero è media partner.
Tre giornate di lavori, tra Cinecittà e la Fiera di Roma, nell’ambito di Mercato Mediterraneo, per la kermesse che è giunta quest’anno alla sua sesta edizione. Food Wine & co è un appuntamento di spicco, per la panoramica che riesce ad offrire sul settore enogastronomico, attraverso sessioni d’aula, show-cooking e laboratori.
«Le eccellenze di prodotto nel settore food si fondano sulla stratificazione del valore - ha spiegato Simonetta Pattuglia, ideatrice del format insieme a Paola Cambria e Direttore del Master – D’altronde il cibo è uno strumento identitario, una metafora sociale e di vita personale, intorno al quale ruota la vita individuale e delle società».
Food Wine & co è stata anche un'occasione di formazione e "formattazione" sul settore, necessario perché oggi di fatto «assistiamo a una sbornia da cibo». L'invito uscito dalla kermesse è invece quello di tornare ai fondamentali, ai dati. «La comunicazione nel settore enogastronomico è in crescita: i comunicatori hanno l’importante compito di mettere ordine e codificare il magma di comunicazione intorno all’agroalimentare, per arginare il dilagare delle fake news», ha detto in apertura dei lavori Paola Cambria, co-ideatrice del format e direttore Comunicazione e Immagine di CIA-Agricoltori Italia.
Anche perché quello dell’agroalimentare è un settore che oggi rappresenta il 13,4% dell’occupazione totale e il 3,5% del valore aggiunto totale nell’economia dei 28 paesi dell’Unione Europea, per un totale di circa 800.000 aziende e 400.000 addetti. Con un'età media sempre più bassa. Insomma, il food & wine può crescere promuovendo l’innovazione a livello di prodotto, investendo su marketing e comunicazione, esaltando la sostenibilità, la qualità e la storia del prodotto.
«Dovremmo guardare al settore agroalimentare secondo una visione olistica, attraverso un sistema a più dimensioni che va dall’artigianato al turismo, dall’intrattenimento alla cultura, dai media tradizionali ai new media» ha aggiunto la professoressa Pattuglia. Punto di vista virtuoso sostenuto anche da Claudia Merlino di CIA-Agricoltori Italiani che ha illustrato il progetto Connected Farm, facendo luce sulle innovazioni del settore agricolo, fatto di analytics, monitoraggio, sicurezza dei lavoratori, sostenibilità ambientale, genoma editing. Moltissimi i temi, gli stimoli, le iniziative emerse dalle case history presentate, vera espressione dell’orgoglio del made in Italy.
Da prodotti nuovi, come il tessuto derivato dalle arance di Orange Fiber Srl, Revoilution, l’elettrodomestico per l’olio home made, sino a prodotti tradizionali rinnovati con una nuova immagine, come nel caso del Vermouth, quello delle erbe alimurgiche, spiegate dall’antropologo Ernesto Di Renzo e quello della “sfoglina” di Bottega Portici, che ha presentato il nuovo progetto gastronomico di street food moderno.
Sul versante prodotto, non poteva mancare il vino, che nell’innovazione ha trovato il recupero di valori di riconoscibilità, originalità e salubrità, come nel caso dell’Azienda Agricola La Maliosa, della tecnologia blockchain sviluppata dal gruppo EY Italia per la tracciatura della filiera di produzione del vino, del progetto Water like Wine, con cui Filette vuole trasmettere la purezza e il prestigio della sua acqua.
L’innovazione è protagonista anche della formazione, come nei casi di Social Farming del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e quello dell’Accademia Italiana del Latte, il primo polo formativo in Italia sul latte. Salubrità, tracciabilità e sostenibilità sono oggi concetti che rimandano al mondo del biologico, il quale sta vivendo un processo di innovazione che vede, tra le altre cose, l’acquisizione da parte dei grandi gruppi, come spiegato dall’intervento di Alce Nero.
A Food Wine & co è stata però dedicata attenzione anche al turismo enogastronomico, con la descrizione di realtà agli esordi come "Strade del Vino e dei Sapori" del Friuli Venezia Giulia e di altre che rappresentano la storia nazionale, come il Touring Club Italiano: un marchio che ha segnato lo sviluppo del turismo in Italia, inteso come cultura del viaggio intelligente e sostenibile.
Spazio anche al mondo degli eventi, cuore pulsante dell’espressione enogastronomica come contaminazione di idee e sviluppo del territorio. Grandi manifestazioni come il G7, che è stato anche veicolo di diffusione del cibo made in Italy, o Ega, il Festival del Giornalismo Alimentare, ma anche la contaminazione del Festival Jazz&Wine in Montalcino e poi le esperienze di Marco Bisdomini, Ambasciatore in Italia per Rotary Club de France International ed Alain Fournier Sicre, Charter President RC de France International.
Non è mancata un’analisi delle forme di comunicazione e marketing nel raccontare e creare nuove opportunità nell’enogastronomia: dalla case history di Mercato Mediterraneo illustrata dall’agenzia Archi’s Comunicazione, al marketing esperienziale di Maurizio Vanni di Lucca Center of Contemporary Art, passando per la comunicazione relazionale di Bottega Gamberoni. C'è stato tempo da dedicare anche a giovani talenti e temi poco comunicati, come la geologia. In tema di innovazione, imprescindibile è stata la riflessione sulle nuove piattaforme di comunicazione che vivono sul web, oggi al servizio del food & wine. A intervenire sul tema il Presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger e Cristiano Rigon di Gnammo.com, il progetto di sharing economy e social eating che ha portato la rete a essere strumento per le relazioni umane. Esperienze di gusto in tempo reale sono state offerte grazie alle performance degli chef Nicola Delfino, Ristorante Al Fresco di Milano, Natale Recine, Bottega Gamberoni di Roma, Andrea Petrignano, Osteria Le Logge di Siena e il pasticcere Francesco Neri, Pasticceria Alfio Neri.