Ricerca-Azione, FormAzione: Economia per il policy making
Il rinnovamento infrastrutturale rappresenta una leva fondamentale per il rilancio economico e sociale dell’Italia: ripresa e resilienza dipendono dall’efficienza del sistema infrastrutturale e dei sistemi a rete che sostengono le attività economiche e sociali del nostro Paese.
Questo il messaggio che il Prof. Enrico Giovannini del Dipartimento di Economia e Finanza, dal 13 febbraio alla guida del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili-MIMS, ha espresso nell’intervista rilasciata a Il Sole24Ore del 16 marzo, spiegando il concetto di “infrastruttura sostenibile” alla base delle linee programmatiche del MIMS e fondato su sei elementi cruciali:
“1) l’infrastruttura produce effetti positivi per la collettività non solo di tipo economico, ma anche sociale; 2) è resiliente, cioè ha la capacità di resistere a possibili shock noti, come il terremoto, ma anche a nuovi shock, come il cambiamento climatico; 3) può essere resa compatibile con il rispetto dell’ambiente, come chiede lo stesso PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che impone il principio del "do not significant harm"; 4) è condivisa dalla società […]; 5) ha una governance efficace del processo, che eviti di impiegare - come facciamo in Italia - dieci anni per realizzarla; 6) infine, tiene conto dell’efficienza dell’investimento tenendo conto dell’intero ciclo di vita dei materiali, il che vuol dire usare materiali riciclabili.”
Questi temi sono stati più ampiamente affrontati nel corso dell’Audizione tenuta presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche UE il 18 marzo, in relazione all’esame della Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per evidenziare le priorità alla base dell’azione di policy. In questa sede, il neo Ministro Giovannini ha chiaramente illustrato il nesso cruciale tra rinnovamento infrastrutturale, riduzione delle disuguaglianze e ripresa del Paese:
“[…] Trasformare in senso sostenibile infrastrutture e trasporti porta benefici al sistema economico, ma è indispensabile anche per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra al 2030 previsti dall’UE e per realizzare la decarbonizzazione entro il 2050. I soli settori dei trasporti ed edilizio contribuiscono per più della metà all’emissione di gas clima alteranti e il loro impatto sulla qualità del suolo e della biodiversità è evidente. Le infrastrutture hanno bisogno anche di colmare le disuguaglianze sociali e territoriali che affliggono il Paese con inaccettabile distanza tra Nord e Sud, centri e periferie, aree interne e città. Per questo motivo è necessario un investimento straordinario per assicurare l’efficienza delle infrastrutture e la sicurezza dei cittadini. Innovazione tecnologica e dei materiali può consentire un salto di qualità nella gestioni delle reti infrastrutturali”.
(A cura dell’Ufficio Public engagement Economia)
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