"Non si torni all'Italia pre-Covid: la ripresa tuteli ambiente e tenuta sociale": questo il monito del Prof. Leonardo Becchetti del Dipartimento di Economia e Finanza nell'intervista rilasciata a Giacomo Puletti e pubblicata in prima pagina de Il Dubbio dell'11 giugno 2021.
Ma attraverso quali metodi, misure e politiche è possibile porre in essere una ripartenza sostenibile? L’uscita dalla pandemia richiede risposte nuove, capaci di creare una ripresa resiliente e valore economico-sociale sostenibile: temi e obiettivi al cuore dell'attività di ricerca del Prof. Leonardo Becchetti.
E' del 2 giugno l'Editoriale nel blog "La felicità sostenibile" curato per La Repubblica, in cui il Prof. Becchetti ha anticipato i temi del Festival nazionale dell'Economia civile 2021 del prossimo settembre e ha rinnovato l'invito a riflettere sull'evidente necessità di "mandare in soffitta il modello del lazzez faire" dominante in epoca pre-Covid, facendo spazio a strategie di coordinamento degli sforzi tra paesi, a azioni sinergiche tra istituzioni, imprese responsabili e società civile, per favorire processi partecipativi e cultura della generatività, ossia "la capacità di rialzarci quando uno choc ci mette a terra".
Proprio con queste parole nell'Editoriale "A lezione da un anno stra(non)ordinario. In cerca di vero e altro senso" pubblicato su Avvenire del 31 dicembre 2020, il Prof. Becchetti ha raccontato l'insegnamento del Covid: "Nel rapporto tra persone come in quello tra Stati la pandemia ci ha insegnato che di fronte a pericoli e rischi globali ci vuole molta più cooperazione e che la solidarietà e il gioco di squadra rappresentano una forma di razionalità superiore rispetto al laissez faire. Gli Stati membri della Ue sembrano averlo compreso, facendo un passo avanti nella capacità di valorizzare e sfruttare la forza della squadra (il progetto Next Generation Eu, appunto, e la politica di emissione comune di titoli sui mercati finanziari). Abbiamo anche capito, come ha ricordato più volte Papa Francesco, che «tutto è connesso» (economia, ambiente, salute) e che gli squilibri su di una dimensione si trasmettono su tutte le altre".
Il Prof. Becchetti da tempo e' impegnato attivamente a contribuire al dibattito sulle più efficaci azioni di policy in Italia, richiamando l'attenzione sulla necessità di "imparare la lezione del XX secolo" e di non guardare "al progresso sociale ed economico solo in base al PIL" (come nell'articolo su Il Sole 24 Ore dell'11 novembre 2020).
Questo impegno si declina anche nello studio per l'individuazione degli obiettivi e degli strumenti con cui produrre dati, analisi e informazioni utili non solo ad un "cambio di passo", ma anche alla ripresa, partendo dalla realtà lasciata dalla pandemia con riguardo ad alcuni aspetti dell’economia, della qualità della vita e degli equilibri sociali: un recente esempio in tal senso è l'intervento in occasione del webinar “La statistica al servizio della rinascita” organizzato dall'ISTAT per la Riunione scientifica della SIEDS–Società italiana di economia, demografia e statistica il 27 maggio 2021).
Impegno, tra l'altro, espresso dal Prof. Becchetti insieme ad altri 100 economisti europei, nell'appello rivolto alla Banca Centrale Europea (BCE) per la cancellazione del debito pubblico generato dagli Stati europei nella lotta al Covid, e da essa acquistato, in modo che le risorse "liberate" possano essere utilizzate per facilitare la ripresa dalla crisi scatenata dalla pandemia: in una lettera aperta inviata ai principali quotidiani dei paesi dell’Eurozona, i 100 firmatari hanno evidenziato che un quarto dei debiti pubblici dei paesi dell’area euro è detenuto al momento dalla BCE e che una sua eventuale cancellazione - sulla scia di una ipotesi formulata dal Presidente del Parlamento europeo David Sassoli - potrebbe creare un pacchetto di stimoli di quasi 2,5 trilioni di euro.
La BCE potrebbe cancellare i debiti e "offrire - secondo la proposta dei 100 economisti - agli Stati europei i mezzi per la ricostruzione ambientale, ricostruendo la frattura sociale, economica e culturale", ma solo unitamente all’impegno di spendere la somma con investimenti nella transizione green e in progetti sociali: le risorse "liberate" dovrebbero essere così indirizzate verso una concreta e irrinunciabile transizione ecologica (definita dal Prof. Becchetti "un calcio di rigore da non sbagliare" nell'intervista all'Agenzia di informazione SIR, commentando il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza italiano) e nella ricostruzione sociale (v. Articolo su Il Manifesto del 7 febbraio 2021 e articolo su La Repubblica dell'8 febbraio 2021).
(A cura dell'Ufficio Public engagement Economia)
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