In una intervista su The Procurement Magazine di dicembre 2022 il Prof. Andrea Appolloni del Dipartimento di Management e Diritto racconta l'impegno accademico per comprendere e gestire l'evoluzione del procurement, da funzione standard ad una evoluta e ispirata al concetto di sostenibilità: un impegno "pioneristico" di studio e ricerca che si è tradotto anche nell'ideazione di innovativi percorsi formativi universitari in grado di rispondere alle mutate esigenze del mercato del lavoro nazionale e internazionale, portando a definire una nuova figura professionale, quella del Procurement Manager, con solide competenze in ambiti (apparentemente) differenti.
Da funzione di tipo prettamente amministrativa ad una nettamente strategica: l'evoluzione del procurement in senso sostenibile e digitale, alla luce dei cruciali cambiamenti avvenuti nelle catene globali di fornitura (soprattutto per effetto della crisi pandemica e del conflitto russo-ucraino), richiede una nuova cultura aziendale della funzione acquisti e competenze multiformi, poiché porta a confrontarsi con questioni complesse e strettamente connesse, quali quelle legate all'ecologia, agli aspetti sociali, etici e economici che "se tenuti in equilibrio, potrebbero creare un significativo valore strategico nelle organizzazioni pubbliche e private", afferma nell'intervista il Prof. Appolloni.
Basti citare come esempio la spinta impressa dalle regolamentazioni in tema di sostenibilità ambientale a livello nazionale ed europeo, che ha sollecitato le aziende a porre una crescente attenzione agli aspetti appena citati: "E quale funzione consente di aumentare i propri livelli di sostenibilità, se non il procurement? Chiamato a portare in azienda beni e servizi? - spiega il Prof. Appolloni - [...] Negli ultimi anni, la richiesta di Procurement Manager, soprattutto nel settore privato, è esplosa, e così tanti giovani a fine del triennio, scelgono questo percorso perché offre maggiori possibilità di accedere ad un primo stage. A questo si aggiunge che molte organizzazioni mondiali, alcune ad esempio che fanno parte delle Nazioni Unite, stanno cercando profili laureati in relazioni internazionali, scienze politiche, economia internazionale per gestire le loro funzioni procurement e così si sono iscritti alla nostra laurea magistrale anche molti studenti provenienti da facoltà triennali in scienze politiche e non solo di management. A riprova di questo, l’Unep, l’organizzazione mondiale nelle Nazioni Unite che si occupa di sustainable public procurement e alla quale sono associato come esperto, diffonde e promuove posizioni lavorative su come ad esempio la Fao, così come molte Banche Mondiali, stiano cercando giovani con competenze non solo linguistiche ma che possano seguire progetti internazionali per la funzione Procurement".
Un impegno che ha portato risultati tangibili in termini di esiti occupazionali, grazie alla creazione di circoli virtuosi con molte imprese del mondo pubblico che privato, oltre che con istituzioni internazionali: "Il 90% dei miei studenti - continua il Prof. Appolloni nell'intervista - sono impiegati in stage 6 mesi prima della discussione della tesi e arriviamo a punte di assunzioni dirette dell'80% dopo lo stage. In molti, fin da subito, possono maturare delle esperienze all’estero, soprattutto in Europa, ma anche in altri paesi, ad esempio in Asia, dove le aziende italiane hanno il grosso del mercato di fornitura che vogliono presidiare in loco per poter controllare dal vivo la propria catena di approvvigionamento e assicurarsi che vengano, ad esempio, rispettati gli standard di sostenibilità. I nostri studenti, anche italiani, hanno opportunità importanti a livello internazionale [...]".
(A cura dell'Ufficio Public engagement Economia)
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