In occasione della Settimana mondiale del cervello 2023, l’Associazione BrainLine (co-fondata dall’Ateneo “Tor Vergata”) ha organizzato la 6° edizione dell’Officina di Neuroeconomia, strutturata in due appuntamenti seminariali (in presenza e in modalità webinar) diretti a spiegare il ruolo del cervello in contesti economico-finanziari, in relazione a fiducia, incertezza, algoritmi e consulenza, profilatura al rischio ed investimenti ESG.
L’appuntamento del 17 marzo 2023, ospitato dall’Università degli Studi Roma Tre, ha avuto come titolo “Non parlate al conducente! Il cervello alla guida” e ha visto la partecipazione – tra i relatori – di Vincenzo Farina, Lucrezia Fattobene, Lucia Leonelli e Ugo Pomante del Dipartimento di Management e Diritto.
Comprendere le modalità di reazione dei soggetti davanti a scelte di risparmio o investimento, conoscere i meccanismi neurali delle decisioni, rendere più consapevoli le scelte del consumatore contro bias di diversa natura, individuare azioni o “spinte gentili” in campo regolamentativo in grado di sollecitare gli intermediari finanziari a prestare più attenzione alla tutela degli investitori: in un mondo ben distante da quello ideale teorizzato dal paradigma della concorrenza perfetta, sono queste le complesse questioni al centro delle attività di studio e ricerca di BrainLine.
Perché, in presenza di comportamenti economici “imperfettamente” razionali, occorre prima di tutto capire i meccanismi e le variabili che possono influenzare le preferenze e le decisioni dei consumatori. Come quelle di natura finanziaria.... guidate dal cervello.
All’interno del seminario “Non parlate al conducente! Il cervello alla guida” del 17 marzo 2023, Lucia Leonelli e Vincenzo Farina hanno indagato queste questioni sulla base di alcuni interrogativi: valutando gli sviluppi dell’Intelligenza artificiale, in quale situazione un soggetto compie la scelta migliore nella valutazione di un prestito? Quando prende decisioni, si affida ai consigli di un proprio simile oppure segue le raccomandazioni di un algoritmo?
Applicando questi interrogativi ad un ambito finanziario, con l’intervento dal titolo “In algorithm we trust!... Or not?”, i due studiosi hanno illustrato al pubblico un recente lavoro di ricerca nel campo della Neurofinanza, mostrando i risultati di un esperimento condotto su un campione di individui allo scopo di testare il tema della “fiducia” nel contesto dei prestiti al consumo.
Sentimenti come l'ottimismo, aspettative positive, sopravvalutazione della capacità di valutazione e autocontrollo e, persino, propensione per lo status quo portano a soluzioni molto lontane da quelle preconizzate dai paradigma della piena razionalità degli individui, esponendo a situazioni di rischio soprattutto il consumatore in condizioni di vulnerabilità.
Con un intervento dal titolo "L'illusione (visiva) dell'etichetta ESG", Lucrezia Fattobene e Ugo Pomante hanno poi fornito al pubblico una ulteriore prospettiva di riflessione, portando l’attenzione dei partecipanti sugli effetti dell'integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei processi di valutazione e di decisione degli operatori.
Il punto di partenza dello studio presentato è stata la considerazione degli ESG come fattore chiave per chi deve compiere scelte di investimento, un fattore che ha origine dalla combinazione di valori morali, valori imprenditoriali e valori regolamentari, che – insieme – determinano quella “propensione alla sostenibilità” sempre più determinante per le scelte e la formazione delle preferenze degli individui.
Nell'ambito della Finanza, dove le decisioni economiche dipendono da stime complesse di rischi e rendimenti, in un contesto estremamente quantitativo, la presenza di un’etichetta (come può essere quella del “bollino ESG”) può diventare un’informazione visiva che condiziona - talvolta anche inconsapevolmente - l’investitore, influenzando il modo in cui distribuisce l’attenzione verso le informazioni e l’attrattività percepita dei prodotti
Per ridurre l’impatto di errori e bias, per far sì che le scelte dei consumatori siano consapevoli e lungimiranti, tra i relatori del Dipartimento di Management e Diritto vi è concordia sul fatto che è cruciale studiare i meccanismi decisionali e i processi neurali di investitori e risparmiatori, ed è importante inoltre agire sull’Educazione finanziaria che può ridurre l’effetto di eventuali distorsioni cognitive, indirizzando correttamente il risparmiatore nel processo decisionale.
Ma anche intervenire a migliorare i meccanismi di diffusione dell’informazione, in modo che l’individuo abbia più chiaro possibile l’impatto futuro delle proprie scelte, per esempio relativamente a risparmio e investimento, promuovendo occasioni di disseminazione e confronto tra i ricercatori come quelli proposti dal 2017 dall'Officina di Neuroeconomia di BrainLine.
(A cura dell'Ufficio Public engagement Economia)
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