Cresce il divario tra ricchi e poveri:
in occasione del nuovo Rapporto OXFAM al World Economic Forum 2024 di Davos,
Leonardo Becchetti spiega fratture e contraddizioni su Avvenire e alla trasmissione Siamo Noi
"Il Rapporto OXFAM offre un quadro impietoso sulle diseguaglianze e sulle contraddizioni di un sistema abilissimo nel generare valore economico, ma disastroso nella sua capacità di distribuirlo equamente": con queste parole il Prof. Leonardo Becchetti del Dipartimento di Economia e Finanza apre l'editoriale del 15 gennaio su Avvenire, a commento del Rapporto OXFAM 2024 dal titolo "Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi", presentato in occasione dell'avvio dei lavori del World Economic Forum di Davos (15-19 gennaio 2024).
Fonte: OXFAM Italia
I numeri presentati da OXFAM in apertura del World Economic Forum lanciano allarmi preoccupanti: la combinazione di conflitti e crisi, divari e fratture sociali, epidemie, eventi metereologici estremi, inflazione sta facendo sì che la disuguaglianza estrema diventi la "normalità". Serviranno probabilmente più di 230 anni per porre fine alla povertà: secondo l'organizzazione internazionale che analizza le diseguaglianze nel mondo, si allarga infatti sempre più la forbice tra ricchi e poveri, con "[...] un aumento poderoso della ricchezza estrema nell'ultimo triennio, mentre la povertà globale rimane inchiodata a livelli pre-pandemici. [...] Le disuguaglianze sono piuttosto il risultato di scelte (o, talvolta, non-scelte) della politica che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse, dotazioni, opportunità e potere tra gli individui. [...] L'estrema ricchezza è potere. Un potere spesso esercitato per condizionare le politiche pubbliche preservando le posizioni di privilegio di sparute minoranze a discapito dell'interesse collettivo e minando alla base l'essenza stessa della democrazia" (Rapporto OXFAM 2024).
E nel nostro Paese? Negli ultimi tre anni, a fronte di un numero di miliardari pressoché raddoppiato (da 36 a 66, con un patrimonio di oltre 217 miliardi di Euro), il numero dei poveri è giunto a toccare 5 milioni e mezzo. Come ripristinare l'equità? Una strada percorribile potrebbe essere quella della tassazione progressiva dei grandi patrimoni, prospettiva però complicata da realizzare che implica, spiega il Prof. Becchetti, di "guarire la democrazia".
"In un sistema democratico infatti piattaforme politiche che propongono interventi di fiscalità progressiva (interventi ex post) o agevolano accesso a sanità ed istruzione (interventi ex ante) che migliorano le condizioni del 99% dei cittadini aumentando il prelievo fiscale dell’1% più ricco dovrebbero vincere a mani basse le elezioni. La realtà è differente [...] La spiegazione della letteratura - scrive su Avvenire il Prof. Becchetti - è che esiste una tale disparità nelle risorse economiche che sostengono le campagne dei candidati che l’agenda dell’1% alla fine prevale sempre. Le diseguaglianze così tendono ad aumentare con costi sociali non sempre interamente visibili. In alcuni lavori recenti di ricerca dimostriamo come esse minano in Italia e in Europa la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale alimentando la propensione al complottismo (esplosa durante la pandemia sulla questione dei vaccini) e riducendo (per la crescente sfiducia che il sistema possa cambiare) la propensione al voto. Quest’ultimo fenomeno può mettere in moto un circolo vizioso che porta alla fine alla morte naturale della democrazia [...]".
Tra le disuguaglianze più preoccupanti che emergono dalle analisi, "tratto tristemente distintivo dell’epoca in cui viviamo", è quello dello strapotere dei colossi globali: “Il 2023 - cita il Rapporto OXFAM - è destinato, in particolare, ad essere ricordato come l’anno più redditizio di sempre per le grandi corporation".
Su questo punto, ospite il 15 gennaio 2024 alla trasmissione Siamo Noi di TV2000 (min. 7,13'), il Prof. Becchetti ha, in particolare, commentato il "primo parziale segno di riscossa" legato all'introduzione della Global Minum Tax, in vigore da gennaio 2024 anche in Italia sulla base di un accordo stipulato nel 2021 da più di 130 Paesi: una azione per contrastare le diffuse pratiche di concorrenza fiscale sleale (il cd dumping fiscale), mediante la previsione di una tassazione con aliquota minima del 15% per le aziende con almeno 750 milioni di dollari di fatturato.
(A cura dell'Ufficio Public engagement Economia)
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