
Perché molte startup falliscono nei primi anni di vita?
Nella storia di una startup, qual è la strategia che fa la differenza?
Come l’allocazione delle risorse può determinare il successo o il fallimento di una nuova impresa?
"Be Aggressive".... è meglio?
Riccardo Cimini, Matteo Cristofaro e Ivo Hristov del Dipartimento di Management e Diritto (DMD) hanno risposto a queste domande sul numero di Aprile della rivista MarkUp, spiegando i fattori che possono determinare il successo o il fallimento di una startup e il "peso" delle scelte strategiche di allocazione delle risorse nei primi anni sull'evoluzione futura di un'impresa.

Negli ultimi anni le startup sono infatti diventate sinonimo di innovazione, ma i numeri dicono che molte di esse non riescono a superare le prime fasi di vita. Secondo dati aggiornati di Forbes, circa il 20% delle nuove imprese negli Stati Uniti fallisce entro il primo anno e quasi la metà non supera i cinque anni. In Italia, tra il 2022 e il 2024, sono state registrate circa 820 mila cessazioni a fronte di 950 mila nuove realtà. Perché?
Cimini, Cristofaro e Hristov, sulla base di un recente lavoro di ricerca, interpretano i dati e fanno chiarezza su un ingrediente chiave che può fare la differenza: per le startup crescere o perire dipende dalle decisioni iniziali riguardanti l'allocazione delle risorse.
Il dilemma è: strategia conservativa oppure aggressiva, "scommettendo" su beni tangibili e intangibili, come impianti e Ricerca & Sviluppo?
Per i tre studiosi del DMD, le startup più prudenti potrebbero rallentare il proprio sviluppo, mentre quelle che scelgono di investire coraggiosamente in innovazione e capacità produttiva hanno più probabilità di sviluppo, facendo propria una cultura aziendale orientata alla crescita e risultando più "attraenti" per clienti e investitori.
(A cura dell'Ufficio Public engagement Economia)
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